
Strawberry Margarita Frozen
Back to the '90s! Una delle bevande miscelate che ha fatto la Storia!
- Scheda
- Storia
- Note
Ricetta
Sapore
Gusto
Sensazione
Aroma
Consistenza
Numeri
Calorie
Ten. alcolico
Preparazione
Metti tutti gli ingredienti nel Blender e frulla fino al totale disciogliendo del ghiaccio e al raggiungimento della corretta consistenza del drink. Infine, servi in una Coppa Champagne ghiacciata.
Info
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Indice
Il battesimo
Se mi dovessero chiedere quali sono i drink che ho realizzato in maggiore quantità nelle mie prime esperienze dietro al bancone del bar, direi senza esitazione lo Strawberry Daiquiri Frozen e lo Strawberry Margarita Frozen. Era la metà degli anni ’90, la miscelazione che oggi conosciamo stava cominciando a muovere i suoi primi passi al di là dell’Oceano Atlantico e dello Stretto della Manica, ma sarebbe arrivata da noi con circa 15 anni di ritardo rispetto alle prime sperimentazioni di Dale De Groof, Salvatore Calabrese, Charles Schumann e Dick Bradsell.
Per quanto oggi, purtroppo, una certa idea di miscelazione venga criticata aprioristicamente, ritengo che non tutto si debba buttare di quegli anni; anzi, bisognerebbe farne tesoro ed imparare dai propri errori, con l’unica finalità di preparare al cliente quello che lui desidera bere, ma realizzato al meglio delle nostre capacità.
Uno sguardo sul passato
Come già detto qualche riga sopra, non tutto ciò che è stato il passato andrebbe scaraventato fuori dalla finestra. E non per colpa di un sentimento incontrollabile di nostalgia da parte di coloro che hanno vissuto una differente epoca della miscelazione, quanto perché dal passato si può sempre imparare, e si può prendere spunto per fare di noi dei bartender più consapevoli. Certo, lo Strawberry Margarita Frozen che realizzavo nella metà degli anni ’90 non ha nulla a che fare con il livello qualitativo dei miei Signature di oggi, ma sono stati proprio quei drink non preparati al massimo del loro potenziale a darmi una visione più completa sulla miscelazione: e oggi, anche grazie alla reperibilità in commercio di prodotti impensabili fino a 10 anni fa, sono sicuro che potrei prepararti uno Strawberry Margarita Frozen che ti lascerebbe piacevolmente impressionato.
Occhio alle tendenze
Non da ultimo, ricorda che le mode sono cicliche, e nulla vieta ad un vecchio drink di ritornare in auge in maniera del tutto svincolata dalle logiche di mercato dominanti. Anzi, ad essere sincero, ci sono ancora alcune “sacche di ospitalità” (mi riferisco ai bar degli hotel siti in posti paradisiaci, di proprietà delle grandi compagnie alberghiere) dove i drink Frozen sono ancora richiesti ed apprezzati come negli anni ’90, e forse di più. Magari oggi lo Strawberry Margarita Frozen non è fra i best seller nella realtà in cui lavori, ma permettimi di consigliarti, in virtù della mia esperienza, di non denigrarlo in partenza e di provare a dargli una possibilità: chi lo sa, potrebbe sorprenderti!
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Attento al ghiaccio
La quantità di ghiaccio da inserire nel blender, come vedi, è misurata al grammo. Questo perché, per realizzare degli ottimi drink frozen, il cocktail deve risultare spumoso e vellutato, e non una semplice granita alcolica.
Frutta fresca, puree e sciroppi
Andiamo per gradi.
Non utilizzare gli sciroppi di frutta preconfezionati: nella maggior parte dei casi di tratta di sciroppo di zucchero colorato di rosso e aromatizzato con qualche aroma di sintesi. Anche qualora ne trovassi uno realizzato con fragole fresche, la componente zuccherina sarebbe troppo elevata e renderebbe il drink stucchevole.
La frutta fresca è una buona idea, ma ha un problema: nel corso dell’anno varia terribilmente la sua intensità aromatica in base alla stagione di raccolta e alla tipologia coltivata. Il rischio che corri è quello di servire allo stesso cliente, due drink completamente differenti.
Con l’esperienza ho trovato il giusto compromesso: procurati una buona purea di frutta. In commercio ce ne sono diverse. Io ho scelto la Purea di Fragola Ponthier, realizzata con il 90% di frutta e il restante 10% di zucchero di canna, senza conservanti né coloranti. Oltre a garantirmi un prodotto realizzato con frutta raccolta all’apice della sua maturazione, la purea Ponthier mi permette di standardizzare la mia proposta tutto l’anno e di reperirla ad un prezzo molto conveniente.